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E andiamo

Finalmente ce l’ho fatta. Da tempo volevo imbarcarmi in questo nuovo viaggio, ma solo ora ho trovato lo stimolo adatto.
Giusto per mettere le cose in chiaro, questo blog è un esperimento. E’ una novità su cui voglio indagare, verificare come andranno le cose e poi decidere se continuare questa esperienza o meno.
Per chiarire è meglio contestualizzare la mia situazione.

Come è possibile intuire dalla testata, ho già un altro blog, che potete trovare qui. E’ un blog ibrido: nato come semplice spazio mio personale per condividere pensieri, ha avuto vicende e visibilità alterne, e soprattutto contenuti estremamente variegati.
C’è di tutto, lì sopra. Scritti notturni, considerazioni politiche, progetti musicali, recensioni, vissuti personali, e chi più ne ha ne metta. Non a caso è semplicemente registrato come benguitar90.wordpress.com (il mio nickname su Internet). Come a dire, “Questo è quello che troverete qui sopra: me, con tutti i miei vari interessi”.

Ecco, non ho ancora specificato che quel blog è pubblico. Ho il link segnalato nei miei vari profili online, è attiva la pubblicazione automatica verso Facebook e Twitter, i miei genitori e i miei fratelli seguono il blog così come alcuni miei amici. Alcune volte addirittura invio il link del post via email ai miei vari contatti, specialmente quando mi interessa suscitare un dibattito su un tema specifico. In altri casi il blog è il punto di raccolta di un progetto sparso nell’Internet, come il lavoro che avevo fatto sulla colonna sonora di Star Wars (che concretamente si trova su YouTube e in GoogleDocs).
Perché il Q.I. – Qualcosa d’interessante è nato per questo: per essere una piattaforma più nobile di un comune social network per condividere pensieri, riflessioni. Insomma: cose.

Qual è il problema? Che in questa veste pubblica, sociale (a volta quasi mondana), non c’è più spazio per il me più intimo. Per quei post in cui voglio parlare di qualcosa che non devono sapere i miei amici o la mia famiglia, perché magari parlo proprio di loro o perché non voglio che lo sappiano.
Perché se voglio scrivere sul blog che ho cazzeggiato tutto il giorno senza studiare e ora mi sento in colpa, non voglio che lo sappia mia mamma. Perché se voglio scrivere di E. che sembra che ci stia provando e poi era una finta, voglio poterlo fare senza che E. lo venga a sapere o lo legga.
Perché voglio essere libero di bloggare.

Avevo già scritto tempo fa su questo argomento, ma i tempi non erano ancora maturi. La soluzione che avevo ipotizzato e che solo ora sto sperimentando è questo secondo blog. In cui potrò fare tutto quello che di là non potevo.

Bene, dov’è la fregatura? Che non so se il mio progetto sia fattibile.
Vorrei riuscire a realizzare un canale di comunicazione asimmetrico e unidirezionale fra i due blog. Tradotto, vorrei che chi legge questo blog sia a conoscenza dell’altro, quello che potremmo definire “principale” e che continuerà la sua attività per tutti quei contenuti che non necessitano di una privacy particolare. Anzi, invito i nuovi lettori capitati qui sopra a guardare anche il Q.I., in quanto qua ci sarà solo parte della mia attività di blogging.
Viceversa, se non ho commesso errori, né sui miei vari profili né sul Q.I. ci dovrebbero essere tracce di questo blog, di cui verranno messe a conoscenza solo alcune persone selezionate fra chi mi segue da un po’ di tempo.
Chi mi conosce nella vita reale, quindi, non dovrebbe arrivare fin qui, per i motivi già detti. Un caloroso benvenuto, invece, per chiunque altro sia interessato a seguirmi e leggermi.

E’ un sistema un po’ macchinoso, ma è il migliore che mi sia venuto in mente e spero possa funzionare.

Non resta che iniziare, ergo…